le acque minerali
Facile come bere un bicchiere d’acqua. Si dice così quando si parla di qualcosa di estremamente semplice, limpido, naturale, evocando le qualità dell’acqua, uno degli ingredienti che stanno alla base della vita. Eppure, di acqua non ce n’è una sola, o meglio, le acque minerali hanno caratteristiche proprie che le differenziano le une dalle altre. Vediamo insieme le tipologie esistenti e scopriamo quali sono i loro pregi e proprietà.
Acqua minerale e potabile
Innanzitutto un’acqua minerale, per definirsi tale, deve passare il vaglio del Ministero della Salute che, attraverso rigorose analisi microbiologiche e chimico-fisiche, stabilisce le caratteristiche di purezza, di qualità e composizione dell’acqua.
Sì, perché mentre: l’acqua potabile che sgorga dai nostri rubinetti può provenire da fiumi, laghi, sorgenti.
L’acqua minerale, per legge, non può essere sottoposta a trattamenti (fatta eccezione per l’aggiunta di anidride carbonica nel caso dell’acqua frizzante).
Le caratteristiche
L’acqua minerale deve rispondere ad alcune caratteristiche molto precise:
- deve sgorgare da una falda sotterranea
- essere microbiologicamente pura e priva di tracce di inquinanti
- deve poi avere proprietà benefiche per la salute
- ed essere imbottigliata in prossimità della fonte
Proprio come Sant’Anna, che sgorga dalle montagne di Vinadio, a 1950 metri di altezza, e viene imbottigliata nello stabilimento altamente tecnologico incastonato nel cuore delle Alpi Marittime.

Tipologie di acqua MINERALE
Le principali tipologie di acqua minerale si dividono in:
Minimamente mineralizzate
Sono le cosiddette “acque leggere”, di cui fa parte anche Acqua Sant’Anna. Contengono meno di 50 mg di sali minerali per litro e, in virtù di ciò, facilitano la diuresi, aiutano i processi digestivi e sono ottime come acque da tavola e per il consumo quotidiano. In particolare, Acqua Sant’Anna presenta dei valori specifici di pregio: un contenuto di sodio bassissimo, pari a 0,0002 mg/l, e un altrettanto ridotto residuo fisso di 2,2 mg/l (il residuo fisso è quel valore che indica la quantità di sali minerali e oligoelementi disciolti in un litro di acqua).
Per questo, Acqua Sant’Anna è anche altamente indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati.
Oligominerali
Nel caso delle acque oligominerali, il residuo fisso è compreso tra i 50 e i 500 mg/l. Si tratta di acque comunque adatte a un consumo quotidiano, che mantengono un potere diuretico, associato a un contenuto di sodio limitato, adatto ad esempio a chi soffre di pressione alta.
Minerali
Le acque minerali hanno un residuo fisso che oscilla tra i 500 e i 1500 mg/l. Si tratta perciò di acque ricche di sali minerali, non adatte a un consumo elevato. Possono essere assunte per esigenze specifiche, valutandone i sali minerali presenti in relazione alle proprie esigenze di salute. Vanno comunque alternate con acque minimamente mineralizzate oppure oligominerali.
Ricche di sali minerali
Nel caso di acque ricche di sali, il residuo fisso supera i 1500 mg/l: si tratta di acque che vanno assunte sotto indicazione medica e possono essere acquistate principalmente in farmacia. Data la presenza di molti sali minerali, queste acque particolari possono essere usate a scopo terapeutico ma possono anche dare origini a disturbi dell’organismo, qualora siano assunte senza rispettare le indicazioni mediche e senza valutare lo stato di salute di chi le beve.
Il dizionario delle acque
Ora che abbiamo stabilito la distinzione primaria tra le tipologie di acque minerali esistenti, vediamo nello specifico quali altre caratteristiche possiamo riscontrare nei prodotti in commercio, in base al sale minerale preponderante e al pH posseduto.
Bisogna infatti considerare che le acque minerali percorrono una lunga strada prima di giungere sulle nostre tavole. Durante il loro affascinante viaggio sotterraneo, che può durare anche molto tempo, si depurano e contemporaneamente acquisiscono i sali minerali e le proprietà chimico-fisiche che le contraddistinguono. Per questo ogni acqua è diversa dall’altra ed è importante conoscerne le proprietà per poter scegliere con accuratezza il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
Acidule
Sono acque che presentano un pH inferiore a 7. Il pH è un valore chimico che indica la concentrazione di ioni di idrogeno e determina l’acidità o la basicità di una soluzione acquosa: un pH compreso tra 0 e 7 è acido, da 7 a 14 è basico. Per fare un esempio, il nostro sangue ha un valore di pH pari a 7,4: variazioni del valore del sangue sono importanti indicazioni dello stato di salute della persona.
Le acque acidule sono povere di ioni e hanno un valore di anidride carbonica superiore a 250 mg/l. Rappresentano un numero esiguo tra le acque commercializzate e possono avere effetti benefici per le patologie gastriche, ma non sono adatte a chi soffre di carenza di calcio.
Alcaline
Al contrario, le acque alcaline hanno un pH superiore a 7 e rappresentano la maggior parte delle acque in commercio. Aiutano l’eliminazione degli acidi del corpo, facilitano la digestione e il riequilibrio dell’acido lattico.
Bicarbonate
Hanno una quantità di bicarbonato superiore a 600 mg/l e, per questo, sono digestive e possono avere effetti antinfiammatori e antispastici.
Calciche
Il contenuto di calcio di queste acque è superiore a 150 mg/l, per questo possono essere indicate per combattere l’osteoporosi e durante le fasi della crescita. Sono utili anche per contrastare l’ipertensione.
Clorurate
Contengono cloruri in quantità superiore a 200 mg/l. Agiscono a livello di protezione epatica e possono avere effetti lassativi.
Fluorate
Il contenuto di fluoro è superiore a 1 mg/l. Possono avere effetti di contrasto della carie dentaria e dell’osteoporosi, ma se il fluoro è superiore a 1,5 mg il consumo è sconsigliato a bambini e adolescenti.
Ferruginose
Qui il ferro è l’elemento chiave e queste acque ne contengono più di 1 mg/l. Sono indicate ovviamente nelle anemie da carenza di ferro.
Iposodiche
Contengono una quantità di sodio inferiore a 20 mg/l. Sono consigliate nelle diete povere di sodio, per contrastare l’effetto della ritenzione idrica e, in generale, per un consumo quotidiano.
Magnesiache
Acque il cui contenuto di magnesio è superiore a 50 mg/l. Sono indicate in alcune malattie dell’apparato digerente e hanno effetto antispastico e antinfiammatorio.
Sodiche
Le acque sodiche presentano un quantitativo di sodio superiore a 200 mg/l e sono indicate solo per specifiche carenze.
Solfate
Con i solfati superiori a 200 mg/l, aumentano la secrezione degli acidi biliari, sono leggermente lassative, antispastiche e sono indicate nelle patologie dell’apparato digerente. Hanno una struttura complessa e ogni tipologia specifica di acqua solfata andrebbe valutata singolarmente, per individuarne proprietà specifiche e terapeutiche.
Ora che abbiamo messo sotto il microscopio tutte le principali tipologie di acque minerali esistenti, non ci resta che versarci un bel bicchiere di acqua fresca per dissetarci!