L’acqua è un elemento essenziale alla vita quotidiana e la sua qualità è fondamentale per la salute.
Tra le sostanze che possono influenzarne la purezza vi sono i nitrati, la cui concentrazione nelle acque per il consumo umano è regolamentata dalla legge.
In questo articolo vedremo cosa sono nel dettaglio i nitrati, come si formano nell’acqua, la differenza (molto importante) con i nitriti e i valori consentiti dalla legge.
Cosa sono i nitrati e perché sono presenti nell’acqua
I nitrati sono composti chimici formati da atomi di azoto e ossigeno e rappresentati dalla formula NO3-. Si tratta di composti inorganici che possono avere sia origine naturale che derivante dall’attività umana. Sono presenti ad esempio nell’atmosfera, dove possono formarsi a causa delle reazioni tra ossidi di azoto e altri composti. Inoltre, una quantità di nitrati è registrata nelle acque superficiali e sotterranee.
Tuttavia, risulta palese come la loro presenza sia principalmente dovuta alle attività dell’uomo, ed in particolare quelle legate all’agricoltura e all’allevamento. I nitrati infatti sono contenuti in molti fertilizzanti agricoli, così come nei rifiuti prodotti dagli allevamenti intensivi. Anche le acque reflue non trattate o insufficientemente trattate, provenienti da impianti di trattamento, possono contenere alti livelli di nitrati.
A sollevare preoccupazioni per la salute umana è il loro grado di concentrazione nell’acqua: se elevata, può portare alla formazione di nitriti nel corpo umano e creare problemi di salute, specialmente nei neonati.
La loro presenza nell’acqua, inclusa quella potabile, può essere attribuita a diverse motivazioni e fornire un indice di inquinamento di tipo organico o inorganico.
Fra le principali possiamo trovare:
- L’uso eccessivo da parte di attività agricole di fertilizzanti contenenti azoto che contaminano le riserve d’acqua sotterranee durante l’irrigazione o le piogge, con l’infiltrarsi dei nitrati presenti nei terreni coltivati nelle falde acquifere
- Le acque reflue provenienti da scarichi industriali e domestici che possono introdurre nitrati nelle acque superficiali e sotterranee
- La decomposizione di materiali organici come rifiuti e deiezioni animali
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che livelli di nitrati superiori a 9 mg/l nelle acque sotterranee e 18 mg/l nelle acque superficiali sono principalmente dovuti all’uso di fertilizzanti azotati.
Questi, una volta dispersi nel suolo, vengono portati via dalle precipitazioni e si trasferiscono nelle riserve idriche, particolarmente nelle falde acquifere vicine alla superficie.
Le riserve d’acqua provenienti da falde più profonde sono generalmente meno soggette all’effetto dei fertilizzanti dispersi in superficie. Si nota che la maggior parte dell’inquinamento da nitrati si verifica nelle falde acquifere localizzate nei primi quindici metri sotto la superficie terrestre.
La riduzione dei nitrati presenti nell’acqua passa da buone pratiche, come ad esempio una gestione virtuosa dei fertilizzanti, da un potenziamento degli impianti di trattamento delle acque reflue e dall’ottimizzazione dell’uso di mangimi per diminuire l’escrezione di azoto da parte del bestiame.
Differenza tra nitriti e nitrati
I nitrati, attraverso processi di riduzione batterica, possono trasformarsi in nitriti (NO2-).
Entrambi sono costituiti da azoto e ossigeno, ma hanno diverse origini ed effetti sulla salute. I nitriti nell’acqua si formano principalmente attraverso processi biologici legati al ciclo dell’azoto. Inoltre, possono anche entrare direttamente nell’acqua a causa di influenze antropogeniche. Scarichi industriali, acque reflue non trattate agricoli possono contenere nitriti, che finiscono quindi nei nostri corsi d’acqua.
A differenza dei nitrati, i nitriti possono essere tossici in seguito alle reazioni con i composti presenti nel nostro sistema digestivo. Essi, infatti, sono in grado di trasformare l’emoglobina e l’ossiemoglobina in metaemoglobina, una proteina che riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti.
I valori consentiti
I valori consentiti per la concentrazione di nitrati nelle acque minerali e potabili sono stabiliti dalla legge per garantire la qualità dell’acqua e proteggere la salute umana. I limiti sono espressi in milligrammi per litro (mg/l) e possono variare in base alle direttive nazionali o regionali.
Il limite stabilito in Italia è per i nitrati 50 mg/l per le acque potabili, 45 mg/l per le acque minerali e 10 mg/l per le acque minerali destinate alla prima infanzia. Per i nitriti invece 0,50 mg/l per le acque potabili e 0,020 mg/l per le acque minerali.
Quanti nitrati contiene l’Acqua Sant’Anna? h3
Un basso valore di nitrati nell’acqua corrisponde ad una maggiore purezza ed un minore inquinamento della sua sorgente.
Acqua Sant’Anna si impegna a rispettare rigorosi standard di sicurezza, il valore di nitrati presenti corrisponde a soli 0,88 mg/l per l’Acqua Sant’Anna Sorgente Rebruant e 1,0 mg/l per l’Acqua Sant’Anna di Vinadio.