VINADIO E LA SUA VALLE: STORIA, CULTURA E LINGUA D’OC

Vinadio è un piccolo comune italiano incastonato nel cuore della Valle Stura, tra le vette verdi e rigogliose delle Alpi Marittime. Il suo territorio è addirittura il secondo più esteso del Piemonte ed è tappezzato di decine di splendidi laghi alpini, tutti ad un’altezza superiore ai 2000 m. In queste terre ricche di specchi d’acqua, di verde e di vita, sgorga Acqua Sant’Anna. 

È un territorio che ha una lunghissima tradizione legata sia alle proprie origini, sia all’acqua presente in grande abbondanza che lo caratterizza. La sua storia, le sue leggende e le radicate comunità montane hanno intessuto, nel tempo, una fitta trama di usanze e tradizioni folcloristiche che descrivono perfettamente l’atmosfera quasi magica che si respira in questi luoghi.

Anche voi siete curiosi di immergervi in questa ricca cultura? Non vi resta che seguirci in questo viaggio nella nostra adorata Valle Stura!

La lingua d’oc

Quando si parla del territorio montano in cui si trova la nostra casa, è impossibile non citare la lingua d’oc.
Chiamata anche lingua provenzale alpina è, appunto, un idioma autoctono delle Alpi Cozie e Marittime parlato in una specifica area geografica sud-europea nominata Occitania. Le origini di questa lingua sono molto antiche: le prime tracce scritte risalgono all’anno 960, e non è difficile ipotizzare che la tradizione orale abbia radici ancora più remote. 

La lingua d’oc ha avuto un periodo di splendore e diffusione massimo nella propria zona prima della diffusione della lingua d’oïl, antenata del moderno Francese, che prese successivamente il sopravvento. Prima di allora, però, l’occitano era considerata una lingua nobile ed era correntemente parlata da autoctoni e stranieri, tanto da essere paragonabile, per diffusione e utilizzo, all’inglese di oggi.

Persino Dante Alighieri la teneva in grande considerazione: non solo fu lui a darle il nome con cui la conosciamo oggi – a partire dal modo di dire “sì”, al pari della rivale d’oïl – ma pochi sanno che addirittura la incluse nella Divina Commedia. Scrisse ben otto versi in lingua occitana, infatti, e si tratta dell’unica altra lingua (oltre al fiorentino e un po’ di latino qua e là) ad essere inclusa nel suo magnum opus.

Purtroppo, ad oggi, la lingua d’oc sta scomparendo. In Francia è stata combattuta per secoli, considerata “cattivo francese” e conseguentemente discriminata, e tutt’oggi è diffusa soltanto in alcune zone rurali e poco popolate del meridione del paese. 

In Italia, per fortuna, le cose sono un po’ diverse: grazie alla legge n. 482 del 15 dicembre 1999, l’occitano è riconosciuto come minoranza linguistica e storica. Questo riconoscimento ha permesso, negli anni, una maggiore valorizzazione della lingua d’oc, tutelandone l’esistenza salvaguardandone la millenaria tradizione. Vinadio, insieme a Demonte e Pietraporzio, è uno dei soli tre comuni italiani appartenenti ufficialmente all’Occitania, la storica regione d’influenza della lingua.

La cultura dell’acqua a Vinadio

La storia di Vinadio è da sempre radicata profondamente nel proprio territorio e, di conseguenza, è facile indovinare che le fonti e i numerosi specchi d’acqua ne abbiano plasmato la cultura. Non tutti sanno, però, che questo piccolo comune può vantare anche una fonte termale già conosciuta e apprezzata addirittura dagli antichi Romani.

Nella frazione Bagni di Vinadio, infatti, c’è un’importante sorgente termale alimentata da infiltrazioni che arrivano anche a 8000 metri di profondità per poi venire alla luce a 1300 metri di quota ad una temperatura che raggiunge i 70 gradi centigradi. I vapori provenienti da queste infiltrazioni riempiono tre grotte naturali, creando un complesso termale apprezzato e conosciuto fin dall’antichità.

A proposito dell’antichissimo intreccio culturale tra Vinadio e la sua acqua, poi, è impossibile non citare il Santuario di Sant’Anna e la sua fonte. 

Filtrata dalle rocce della montagna, l’acqua di Sant’Anna sgorga pura e leggera a oltre 2000 metri di quota. Testimonianze scritte confermano che, già nel 1500, era particolarmente apprezzata dai pellegrini che dopo il lungo e faticoso tragitto in salita per raggiungere il Santuario si dissetavano proprio a questa fonte.

Il capitolo più recente di questa storia di si apre nel 1996, quando Alberto Bertone, assieme ai suoi figli, apre l’azienda Fonti di Vinadio, portando l’acqua minimamente mineralizzata della fonte alla tavola di tutti gli italiani.

L’Azienda Sant’Anna Fonti di Vinadio

Fin dalla prima apertura, Alberto Bertone ha voluto fortemente che lo stabilimento Sant’Anna coniugasse natura e tecnologia, guardando al futuro e rimanendo sempre fedele alla tradizione dello splendido territorio montano di Vinadio. 

Grazie a questa visione, l’azienda Fonti di Vinadio si è affermata negli anni come leader nel settore delle acque minerali in Italia, segnando la strada di ricerca ed innovazione che la caratterizza.

Avanguardia e sostenibilità sono i pilastri portanti della filosofia dell’Azienda – alla natura si deve donare tanto quanto ci è stato donato: solo così si può dare vita ad un circolo virtuoso di simbiosi nel totale rispetto del territorio. Ce l’ha insegnato proprio l’acqua, nostra maestra e amica.

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