Il corpo umano è composto da un’alta percentuale d’acqua. Non a caso, essa è fonte di vita ed è fondamentale per la sopravvivenza e il benessere di uomini, piante e animali.
Nonostante ciò, non è raro nella quotidianità incorrere nella disidratazione, un fenomeno causato da diversi fattori, sia esterni che intrinsechi, che può portare a conseguenze anche gravi per la salute.
Le persone maggiormente colpite da questa condizione sono i bambini e gli anziani. Questi sono una parte della popolazione più fragile rispetto alle altre, che necessita di attenzione poiché non sempre in grado di prendersi autonomamente cura di se stessa.
La disidratazione negli anziani è, in particolare, una situazione da prendere seriamente in considerazione per garantire la salute e il benessere di tutti coloro che hanno un organismo non più giovane e sano.
Perché è importante prestare attenzione alla disidratazione negli anziani?
La disidratazione è quella condizione che si verifica quando vi è un’inadeguata introduzione di acqua (sia con bevande che con alimenti ricchi di acqua) nell’organismo rispetto al fabbisogno giornaliero di liquidi.
Ciò comporta una serie di conseguenze per la salute, che possono essere lievi o temporanee, oppure che possono impattare fortemente sul benessere fisico, andando ad aggravare anche patologie preesistenti e portando, in alcuni casi, alla morte.
Al pari dei bambini, le persone anziane hanno un minore stimolo della sete rispetto agli individui più giovani e, aggiungendo a questo una condizione fisica più fragile (difficoltà di movimento, cambio del meccanismo ormonale che interviene per contrastare la disidratazione, assunzione di farmaci, patologie etc.) si delinea il quadro di persone molto a rischio, specialmente nelle stagioni calde, che necessitano di aiuto per mantenersi idratati.
Lo stato di salute di ogni individuo, soprattutto dei soggetti fragili come gli anziani, che spesso presentano patologie cardiache, renali, neurologiche e respiratorie, è strettamente correlato all’apporto quotidiano di acqua.
Infatti, la mancanza di questo elemento può portare negli anziani sonnolenza, stati di agitazione e stanchezza, nonché squilibri degli elettroliti, che possono diventare più seri durante l’estate, quando il caldo porta a sudare molto.
Per evitare tutto ciò, è importante che i familiari, gli operatori sanitari e i caregiver si prendano cura anche di questo aspetto della quotidianità dell’anziano, prestando sempre attenzione a una sua adeguata idratazione.

Quali sono i sintomi della disidratazione negli anziani?
Non è semplice comprendere immediatamente la disidratazione negli anziani, soprattutto se questi ultimi non sono in grado di comunicare adeguatamente a causa di disabilità o per fattori legati alla demenza senile.
Per questo motivo è fondamentale affidarsi all’osservazione per notare alcuni segnali visibili capaci di allertare e permettere di risolvere la difficoltà.
Alcuni dei sintomi più comuni della disidratazione negli anziani includono:
- Secchezza della bocca, spesso tra i primi segnali evidenti.
- Secchezza di pelle e mucose, comprese quelle oculari, che peggiora con l’aumentare della disidratazione.
- Mancanza di appetito.
- Affaticamento generale.
- Crampi muscolari.
- Mal di testa.
- Arrossamento della pelle.
Nei casi più gravi possono comparire anche:
- Vertigini.
- Vomito.
- Spaesamento o confusione mentale.
Inoltre, la carenza di acqua può causare:
- Stipsi.
- Urine molto scure, segno di scarsa idratazione.
Come rimediare alla disidratazione negli anziani?
Rimediare alla disidratazione degli anziani non è semplice come per altri individui più giovani.
Naturalmente è importante, specialmente nelle stagioni calde, bere a sufficienza e consumare alimenti, come frutta e verdura, ricchi di acqua e sali minerali.
Questo in condizioni di benessere, poiché gli anziani che soffrono di malattie del rene o del fegato, di epilessia, di malattie del cuore, oppure che hanno difficoltà legate alla ritenzione idrica, dovrebbero consultare un medico prima di introdurre molti più liquidi nella propria dieta quotidiana o modificare significativamente quanta acqua bere al giorno.
Da menzionare che tanti anziani tendono a bere poca acqua perché non ne percepiscono il gusto. In questi casi, l’acqua aromatizzata con limone, ad esempio, può essere un valido aiuto per stimolare a bere di più.
Problemi nella deglutizione e difficoltà motorie, infine, possono rappresentare dei seri ostacoli all’idratazione. Qui devono entrare in gioco i caregiver, capaci di rendere più semplice e comodo un’azione per molti automatica come quella del bere.
Infatti, molte volte non è la mancanza di voglia, ma l’autonomia incompleta a costringere molte persone anziane a non idratarsi.
In conclusione, l’invecchiamento porta con sé cambiamenti fisiologici che possono mascherare la percezione della sete, complicando il riconoscimento della disidratazione.
Quest’ultima, se non identificata e trattata tempestivamente, può portare a conseguenze gravi, inclusa la compromissione della funzionalità renale, un aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie e potenziali disturbi cardiovascolari.
Gli anziani, spesso affetti da malattie croniche e sottoposti a regimi farmacologici complessi, risultano particolarmente suscettibili a squilibri idrici.
Pertanto, è di vitale importanza che i caregiver mantengano un’osservazione continua e consapevole, incoraggiando l’assunzione regolare di liquidi e assicurandosi che l’ambiente sia adeguato a supportare tali abitudini salutari.
Creare programmi giornalieri che includano pause per l’idratazione e introdurre nella dieta alimenti ricchi di acqua contribuiranno a migliorare significativamente lo stato di idratazione. Inoltre, educare gli anziani e i loro cari sulle cause e i segni della disidratazione può prevenire complicazioni future, promuovendo un invecchiamento sano e autonomo.
La disidratazione può essere combattuta con una corretta informazione e prevenzione; ricordiamo che la qualità della vita passa anche attraverso piccole ma cruciali abitudini quotidiane.









